Sagra degli gnocchi al sugo di pecora a Vico nel Lazio

La data del  primo Maggio per noi Romani da sempre coincide con la parola scampagnata. Fin dalla notte dei tempi  le pinete, i prati,  i borghi vengono presi d’assalto da migliaia di persone che in occasione della festa dei lavoratori vi si riversano per passare una giornata all’insegna della spensieratezza  del buon cibo e della compagnia. La classica festa del primo maggio prevede d’obbligo tre componenti fondamentali per un ottima riuscita:

La braciata“, ossia la possibilità di cuocere sulla brace della carne

Il vino” per annaffiare quanto ingerito durante la braciata

Il pecorino e le fave” ovviamente del tipo Romano e di ottima qualità

 

 

 

 

 

 

 

 

Quello che si verifica con l’accoppiata delle tre cose è un innesco pericolosissimo. Una sorta di alchimia per il moto perpetuo che consente di andare  avanti per ore a mangiucchiare e bere incessantemente. Tecnicamente l’alternanza è questa; si mangia, si beve un sorsetto , poi le fave dovrebbero fungere da togli sapore ma, il pecorino con il suo salato, rafforza la voglia di bere ed a sua volta questo rafforza il desiderio di mangiare ancora. Una formula chimica che avrebbe fatto impallidire anche Leonardo e che i romani conoscono da anni!

Ma torniamo a noi. Come accade da qualche anno, proprio per questa giornata, Vico nel Lazio, organizza la “Sagra degli gnocchi al sugo di pecora”, una manifestazione davvero interessante sia a livello culinario sia per quello paesaggistico. Sinceramente non avevamo mai partecipato a questo evento quindi quale migliore occasione per provare? Detto fatto, giusto il tempo per pianificare la strada e siamo in marcia per testare con mano (anzi sarebbe meglio dire palato), la veridicità delle bontà proposte dalla locandina. Come al solito ad accompagnarci è il nostro fidato “Ciccino“. La giornata non è delle migliori, oserei dire come da tradizione perché, come è vero che questa è la giornata delle scampagnate, altrettanto vero è che spesso piove a dirotto. Vico nel Lazio dista all’incirca un centinaio di chilometri dalla capitale ed è situato su un colle calcareo ad un’altezza di circa 700 metri s.l.m.,  non pochi e visto che siamo appena entrati nel mese di maggio, le temperature non fanno sconti e l’aria è fresca e pungente. Specialmente in scooter!

Ci abbigliamo quindi abbastanza pesantemente e poi di corsa a prendere l’autostrada A1 direzione sud, fino all’uscita Anagni-Fiuggi. Da li proseguiremo sulla Sr 155 che ci porterà fino alla meta  in provincia di Frosinone.

Vico è un classico borgo medioevale nato verso il  XII secolo, un intrigo fittissimo di stradine e una cinta muraria in pietra locale che lo cinge completamente e con ben 24 torri di difesa. L’accesso al paese è possibile solo attraverso tre porte, porta Orticelli, porta Guarcino e porta a monte. Possedimento dei Colonna, fu ceduto intorno al 1800 allo Stato Pontificio e solo qualche anno dopo entrò a far parte del Regno D’Italia.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il nostro ronzino si arrampica per le viuzze in salita non senza poche difficoltà, la mole ed il peso che il piccolo motore monocilindrico deve sostenere non gioca certo a nostro favore, e nemmeno il fatto di avere una trasmissione a variatore. Ma noi non abbiamo fretta ed il trattorino ci porta alla meta. Trovare il luogo della manifestazione è un’impresa ardua, su una stradina sterrata in forte pendenza che comunque offre un panorama davvero bellissimo.


 

 

 

 

 

 

Lo stand della sagra è una struttura semplice, niente ambulanti, niente bancarelle come siamo abituati a vedere. Solo un paio di tendoni, uno a riparare i tavolini dall’imminente pioggia, l’altro dove trovano riparo i cuochi per la preparazione dei pasti. Tutto all’insegna della semplicità.


I prezzi sono davvero onesti come ormai non si trovano più in queste manifestazioni che stanno diventando purtroppo come gli autovelox, un modo per spremere soldi ai turisti piuttosto che strumenti per valorizzare la bellezza e le bontà locali. Decidiamo ovviamente di assaggiare gli gnocchi al sugo di pecora, la pecora alla brace, la frittata con gli asparagi e le fave con il pecorino, altrimenti che primo maggio sarebbe?

Infine ci lasciamo tentare dai dolci… Ci aspettavamo le solite ciambelline al mosto preconfezionate ed invece ci viene consegnato un piatto di dolciumi fatti incasa dalle massaie di Vico e con nostro stupore davvero buonissimi e alla modica cifra di 2 eurini!

Nel menù erano previste anche salsicce, patatine fritte, liquori e caffè, ma credo che dopo l’elenco e le foto sia immaginabile che non abbiamo preso altro, anzi qualche dolcetto è arrivato anche a casa data l’ingente quantità! Decidiamo così di fare una passeggiata per ammirare il paese che è molto delizioso e per favorire la digestione e infine ci dirigiamo verso il nostro fedele destriero. C’è ancora luce per fortuna perchè ormai le giornate sono lunghe come amiamo dire, perciò il viaggio è piacevole e rilassante. Torniamo a casa dopo una piacevole giornata che ci ha fatto scoprire un bel posto e un altro modo per trascorrere la giornata del primo Maggio.

Alla prossima sagra!!